Bergoglio o barbarie by cristiano

Bergoglio o barbarie by cristiano

autore:cristiano [cristiano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2020-04-14T22:00:00+00:00


Cristiani d’Oriente?

Sì, voglio dirti che la storia dei cristiani del Levante meriterebbe ben altra narrazione, che l’espressione “Cristiani d’Oriente” non mi è mai piaciuta, preferirei pensarli come diverse finestre. Sì, finestre arabe sulla loro non omogeneità.

Per prima cosa va ricordato che le prime comunità cristiane del Levante arabo o arabizzato erano monofisite, cioè eretiche, fuori dai grandi dogmi fissati dai santi concili e quindi da combattere. La loro visione è molto semita e vede in Cristo un uomo il cui corpo diviene un tabernacolo nel quale si manifesta il divino. Questi cristiani si trovavano a loro agio in un contesto semita e i loro documenti dicono che ci sono stati anche momenti opposti a quel che di norma pensiamo. Devi sapere che il patriarca della Chiesa nestoriana Isho’yhab, stanco delle persecuzioni bizantine, scrisse che gli arabi non perseguitano la religione cristiana, anzi la favoriscono, onorano i sacerdoti e i santi del Signore e conferiscono benefici alle chiese e ai monasteri10. È evidente che dicendo “gli arabi” intendesse dire “i musulmani”. Ma, più delle sue, pesano le parole del giacobita Michele il Siro, del XII secolo, il quale sosteneva che il “Dio della vendetta” vedendo la malvagità dei bizantini che, ovunque governassero, spogliavano barbaramente le sue chiese e i suoi monasteri, fece sorgere, dalla regione del sud, i figli di Ismaele, per liberarli dalle mani dei romani. E secondo lui, non fu un “piccolo” vantaggio, per loro, essere liberati dalla crudeltà dei bizantini11. Ovviamente questo non vuol dire che la storia islamo-cristiana fosse un fidanzamento idilliaco. Il patriarca di Alessandria, Marco, nell’818, ha raccontato il saccheggio di Wadi El Natrun, ricordando lo sgomento «per quel che hanno sofferto per mano di arabi miscredenti». Anche nella Persia si raccontano eventi sanguinosissimi a discapito dei cristiani. Non possiamo addentrarci in questa storia, ma dobbiamo sapere che c’è ed è la storia di un cristianesimo scomparso, ma a quel tempo fiorente e diffuso. La persiana Ctesifonte era una città ricca di chiese e monasteri e la presenza cristiana era molto diffusa a sud, lungo il Golfo. Parliamo di un cristianesimo rigoglioso in quei primi secoli, fatto di giacobiti, nestoriani e tanti altri. Pensa che il primo regno cristiano non fu, come sempre si dice, l’Armenia, ma quell’Osroene di cui Edessa era capitale, sempre al di là dei confini orientali dell’impero romano. Edessa aveva influenze di parti, armeni, persiani, indiani e irradiava il suo cristianesimo fino in Cina. Era un cristianesimo che ruotava attorno a Tommaso apostolo, al Vangelo di Tommaso. Il grande studioso del cristianesimo perduto, Philip Jenkins, ha scritto che la Chiesa di Ctesifonte seguì gli insegnamenti di Nestorio e si staccò dall’ortodossia cristiana, e con l’arcivescovo Giacomo Baradeo organizzarono un loro apparato ecclesiastico. Partendo da Edessa lui creò un mondo cristiano proteso nell’Oriente, con due patriarchi e ottantanove vescovi. I giacobiti e i nestoriani erano protetti dai persiani, non certo per amor di pluralismo, ma perché era funzionale all’impero persiano un cristianesimo ostile all’impero bizantino e avevano nell’odierno Iraq un punto di vita e diffusione oggi impensabile.



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